Roberto Landell de Moura - Il Riconoscimento della Patria
La Presidente Dilma Rousseff emana la legge che include Padre Landell de Moura nel "Libro degli Eroi della Patria", che è conservato presso il Pantheon della Patria e Libertà Tancredo Neves, a Brasilia. Il riconoscimento può essere concesso solo dopo 50 anni dalla morte. Nel Libro sono inclusi: il Tenente Joaquim José da Silva Xavier, Tiradentes, Zumbi dos Palmares, il Maresciallo Manuel Deodoro da Fonseca, Dom Pedro I, il Maresciallo Luís Alves de Lima e Silva, Duque de Caxias, il Colonnello José Plácido de Castro, l'Ammiraglio Joaquim Marques Lisboa , Marchese di Tamandaré, l'Ammiraglio Manuel Barroso Francisco da Silva, Barone di Amazonas, Alberto Santos Dumont, pioniere dell'aviazione brasiliana e José Bonifacio de Andrada e Silva.
BRASILE. Fine Ottocento. Tra il 1886 e il 1893, un sacerdote originario di Rio Grande do Sul, ROBERTO LANDELL DE MOURA (Porto Alegre 1861 - San Paolo 1928), innanzitutto intuisce la Radio, quidi realizza una vera e propria trasmisione, la prima di cui si abbia notizia.
Era nato de una famiglia agiata. Dopo le tappe classique dell'educazione sacerdotale, incluso un periodo romano di frequenza all'Università Gregoriana, ecco l'ingresso ufficiale di questo intraprendente prete nel mondo della scienza: si impegnerà perfino in conversazioni scientifiche con l'Imperatore Pedro II, gran sostenitore dello sviluppo sociale e della cultura cientifica.
Professore di scienze naturali al seminario di Uruguaiana, intensifica letture di libri, articoli, corrispondenze sugli studi di Hertz e di Branly, ed elabora tre leggi fisiche.
Prima legge:
Un segnale, che può essere trasmesso attraverso un filo, può essere trasmesso anche attraverso un fascio luminoso,facendo a meno, così, dello stesso supporto materiale (questo principio è la base della comprensione delle onde elettromagnetiche)
Seconda legge:
Un segnale, più è forte, permanente, uniforme, più va lontano; più trova ostacoli, meno va lontano (in una formula:il segnale è direttamente proporzionale alla sua intensità, constanza e uniformità, e inversamente proporzionale agli ostacoli che incontra).
Terza legge:
Dato un movimento vibratorio, tanto esteso quanto la distanza che separa il nostro mondo dagli altri mondi, si può far camminare la nostra voce a livello interplanetário.
Intuizione que che non resterà lettera morta.
Nominato vicario a Santos, Campinas e Sant'Anna, nello Stato di San Paolo, inizia a construire apparechi per la verifica delle sue leggi. Gli manca anche la fiducia della gente, che vede in lui una sorta di oscuro pericolo progressista. Officina e strumenti gli vengono distrutti. Sono questi, in Brasile anni di frequenti moti popolari: la republica è stata appena proclamata, nel 1889 e l'intervento delle masse ha avuto un certo esito nel passaggio istituzionale. Si vive la momentanea euforia dell'azione di popolo, con tutte le conseguenze, ahce negative.
Le autorità ecclesiali vedono, comunque, in questo troppo vivace sacerdote un pericolo per la fede popolare, soprattutto in un momento socialmente così esplosivo. Con la serie di trasferimenti da una città all'altra, iniziano i danni al suo lavoro scientifico, continuamente interroto, senza contare i faticosi spostamenti di apparecchiatura fragili e delicate.
Ma la constanza viene premita. Non sarà però la monarchia a vederne i risultati. Sarà la repubblica ad assistere alle prime dimostrazione dello scienziato e a concedergli il primo brevetto. La città di San Paolo è testimone delle prime transmissione e ricezioni di Onde Elettromagnetiche e Luminose. Le prime in assoluto.
Distanza coperta:
otto chilometri, dall'Alto di via Paulista all'Alto di Santana. È il 1893.
La Radio è nata ! Ma nessuno se accorgerà.
Padre ROBERTO LANDELL DE MOURA è il primo radiotecnico,montatore e riparatore, il primo speaker a parlare dentro un microfono, il primo produttore e gestore di una emittente radio. Non cautela però in tempo utile la sua invenzione. Solo nel 1901 gli viene concesso dal Governo brasiliano il brevetto per il suo "apparechio destinato alla trasmisione dela parola a distanza, con o senza fili, attraverso lo spazio, da terra e dal mare ".
Ma siamo in Brasile, e per di più agli inizi del Novecento! Siamo in quello che più tardi verrà definito un Paese del Terzo Mundo, nelle cui favelas non arriva acqua neppure oggi, alle soglie del Duemila. Neache un'invenzione rivoluzionaria come la radio riesce perciò a trovare terreno per svilupparsi e non passare inosservata.
Già qualche anno dopo la prima trasmissione di LANDELL DE MOURA infatti, gli analoghi esperimenti di GUGLIELMO MARCONI ottengono, in Italia e in Europa, più grande pubblicità, maggiori garanzie e sfruttamento commerciale. Anche se ai brevetti di MARCONI manca un elemento fondamentale, presente invece nelle invenzione del brasiliano: La trasmissione de la voce.
Nuove nubi si addensano inoltre su LANDELL DE MOURA. La notizia di una comunicazione senza filo minaccia gli interessi delle Compagnie che sfruttano il sistema via cavo. Porto Alegre, al tempo, è la quinta città al mondo per collegamenti telefonici. Spietata è la lotta sotteranea tra coloro che cercano di sfruttare i servizi di comunicazione. Giugno 1901. LANDELL DE MOURA parte, allora, alla volta degli Stati Uniti per chiedere brevetti di radiotrasmissione. Li ottiene, ma gli manca sempre l'appoggio giusto per commercializzarli. La radiodiffusione ufficiale viene riconosciuta solo con le emissioni ottenute tramite valvole termoionica.Invenzione,
neanche a dirlo, di uno statutinense: LEE DE FOREST. L'anticipo sui tempi di padre LANDELL DE MOURA non sarà preso, dunque, in alcuna considerazione
Ritratto di Roberto Landell de Moura. Viso sottile, ma non scavato, regolare, quasi disegnato a china. Capelli corti, ravviati lisci all'indietro. Sopracciglia arcuate, in un'espressione di dignitosa pitetà. Naso lungo ma proporzionato. Labbra leggermente sporgenti. La compostezza della persona, racchiusa nella tonaca nera, suggerisce una constanza rara e inesauribile nel perseguire gli scopi. Lo sguardo appare differenziato: un occhio è inoffensivo, offuscato da una palpebra leggermente abbassata, inclinazione vagamente rassegnata e sonnolenta;
laltro occhio è vivacissimo, puntato sull'interlocutore, quasi a volerlo spoglliare.
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