Veterani Brasiliani ricordano la Seconda Guerra
La Forza
Spedizionaria Brasiliana, conosciuta com la sigla FEB, è stata la forza armata
brasiliana di 25.334 uomini, responsabile per la partecipazione a fianco degli
Alleati nella Campagna d'Italia, nella Seconda Guerra Mondiale. Nella foto
l'arrivo dei soldati brasiliani nel porto di Napoli. Riproduzione di Iano
Andrade/Portal Brasil.
Settanta anni fà,
Vinicius Vênus Gomes da Silva, presidente della Associazione dei Veterani della
Forza Spedizionaria Brasiliana (FEB), sbarcò in Italia per lottare assieme agli
Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. Il “pracinha”, com'erano chiamati i
soldati brasiliani, non aveva la certezza di tornare dal conflitto, ma ricorda,
con orgoglio, di quanto la missione sia stata importante non solo per la fine
della guerra, ma anche per la storia e l'orgoglio del Brasile.
Foto: Iano Andrade/Portal Brasil. |
“La Forza
Spedizionaria è stata il perno centrale della redemocratizzazione del Brasile e
di altri paesi”, nel giudizio del “pracinha” Vinicius Vênus Gomes da Silva.
Foto: Iano Andrade/Portal Brasil.
Il veterano fece
parte di una forza di oltre 25 mila uomini che, nel 1943, cosituirono la Forza
Armanta Brasiliana che adottò il nomignolo “Il serpente và fumando”. Prima di
entrare nel conflitto mondiale, si diceva che sarebbe stato più facile che un
serpente fumasse che non il Brasile entrasse in guerra. Fino al 1941, il Paese
si mantenne neutro nel conflito. Dopo attachi nazisti a navi brasiliane che
rifornivano di materie prime i nord americani, l'allora presidente Getúlio
Vargas reconobbe che era inevitabile che
il Paese entrasse in guerra e, riconoscendo la belligeranza, il Brasile,
infine, entrò nel conflitto.
“Il Brasile
entrò in guerra il 22 di agosto del 1942. A partire da questa data, tutti noi
siamo stati pervasi dall'ideia di andare alla guerra”, ricorda il Colonnello Nestor Silva.
Foto: Iano Andrade/Portal Brasil |
“Di fronte ai
combattimenti la gente pensa solo a ciò che sta vedendo lì. Vede uomini feriti,
altri morendo, noi avanzando, il nemico
contrattacando. E le bombe cadendo, mitragliatrici sparando. Molti rimasero
turbati già là. Io, grazia a Dio, sto bene fino ad oggi”, ricordò il veterano
Nestor. Foto: Iano Andrade/Portal Brasil.
Cinque truppe
lottarono nel nord Italia e avevano come missione di rompere la “Linea Gotica”
che costituiva l'ultima difesa nazista prima di entrare nel territorio occupato
dai tedeschi. Dopo aver sofferto i rigori dell'inverno europeo, i membri della
FEB, con l'ausilio dei nord americani, riconquistarono Monte Castello, anche se
in inferiorità numerica e tecnologica. Questa è la battaglia più conosciuta
della missione, anche perché è stata bloccata per tre mesi fino al febbraio del
1945, una delle ultime offensive contro l'esercito tedesco.
Il Colonnello
Mario Raphael Vanutelli racconta sulla partecipazione alla campagna Italiana, del
suo addio ai familiari. “Io
lasciai mio pade e mia madre, a Rio de Janeiro. E anche mio fratello
stava già nel primo gruppo partito, da São Cristóvão. (…) Fummo io e mio
fratello, due figli”.
Per Vinicius, è
stato con orgoglio che ha participato alla missione brasiliana. “Credo di
aver fatto il mio dovere come brasiliano. Non sono migliore di nessun altro
brasiliano. Sono orgoglioso di aver servito la mia patria nell'ora in cui v'era
bisogno”, affirma il “pracinha”.
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