La Pasqua in Brasile
Nella tradizione brasiliana una delle feste più importanti, oltre al Natale e a São João (23 giugno), è la Pasqua. Nei secoli la celebrazione è stata interiorizzata a tal punto che il ciclo pasquale, che si avvia dopo Carnevale con l'inizio della Quaresima e si conclude con la Passione, morte e resurrezione di Cristo, ha costituito la maggiore espressione popolare e religiosa del Brasile contemporaneo, almeno fino agli ultimi decenni del 900. La Pasqua in Brasile è sempre stata occasione pure di banchetti conviviali, costruiti intorno a baccalà e cioccolato, i due alimenti per eccellenza della festività, che oggi ne sono, ormai, gli esclusivi protagonisti.
Jesus, do artista Aleijadinho |
Ma la Pasqua oggi è soprattutto sinonimo di tradizioni laiche e riti commerciali, oltre che il pretesto per abbuffate pantagrueliche. Il consumo del baccalà, principe della tavole brasiliane in questo periodo, contribuisce a mantenere un certo rispetto dei dettami della Chiesa cattolica, che per il Venerdì santo, se non proprio il digiuno, raccomanda una dieta morigerata e senza carni bovine o suine. In verità, le tante e ricche varianti in cui questo pesce dei mari del nord, ereditato dalla tradizione culinaria dei conquistatori portoghesi, viene cucinato in Brasile tutto evocano tranne la frugalità. Dalla spettacolarità delle presentazioni odierne si fatica a credere che il merluzzo non sia sempre stato così apprezzato. I brasiliani, per molto tempo, lo considerarono un alimento di seconda categoria, utilizzato come cibo per schiavi, in sostituzione della carne seca.
Oggi il pranzo di Pasqua prevede sempre un piatto a base di baccalà. Si può partire con un arroz de bacalhau, un risotto fatto con baccalà desfiado, cioè ridotto in filamenti, con pomodorini secchi, olive nere e molho de segurelha, sugo di santoreggia, un'erba aromatica. Classici sia il bolinho de bacalhau, crocchette di patate e baccalà, che il bacalhau à brás, fritto con aglio, cipolla e uovo sbattuto.
Tipico è il bacalhau à portuguesa, cucinato in postas, grandi tranci rosolati in casseruola e serviti con riso bianco e una riduzione di pomodoro e prezzemolo. Tradizionalmente pasquale, a partire dal nome, è il bacalhau de Páscoa, bollito, passato nell'uovo, infarinato e gratinato, con contorno di broccoli e peperoni verdi, rossi e gialli. Curioso come molti piatti a base di baccalà abbiano preso il nome dal cuoco che viene considerato il loro inventore. Abbiamo così il bacalhau "à Gomes de Sá", "à Zé do Pipo" o "à João do Buraco", generalmente grandi chef lusitani o comunque di discendenza portoghese, operanti in Brasile.
Protagonista indiscusso dell'immaginario della Pasqua contemporanea è il coniglio, solitamente raffigurato come portatore delle uova di cioccolato ai più piccini. La tradizione del coelho-da-Páscoa è stata portata nelle Americhe dagli immigrati tedeschi durante il XVIII secolo. Il coniglio "visita" i bambini e nasconde le uova, che vengono poi "trovate" la domenica di Pasqua. I genitori, con le mani sporche di farina, cercano di riprodurre le orme del coelhinho sul pavimento di casa. La ricerca, poi, avviene tra le risate dei bimbi che, distruggendo le impronte, creano polverose nuvole bianche, in un momento di allegria famigliare.
Uovo di Pasqua brasiliano
La grande distribuzione alimentare, chiaramente, non si lascia sfuggire questo evento, portatore di fatturati milionari. Nei negozi e nei supermercati brasiliani è comune vedere strutture ad arco in alluminio chiamate parreiras, nome che deriva dalla loro somiglianza con i sostegni delle vigne, totalmente coperte da centinaia di uova di cioccolato di ogni foggia e misura, appese una a fianco all'altra, a formare tunnel luccicanti e multicolori. Impossibile resistere alla tentazione di portarsi via un ovetto e mangiarselo prima della tradizionale ricorrenza.
Produzione Lacta |
La Associação Brasileira da Indústria de chocolate, cacau, amendoim, balas e derivados (Abicab) stima che il settore crescerà quest'anno del 5 per cento rispetto al 2006, creando migliaia di posti di lavoro temporanei, nel Paese. Aumenta così anche il potere di acquisto delle persone e si innesca il ciclo del consumo, virtuoso per le imprese, un po' meno per il portafogli dei brasiliani. I numeri sono sbalorditivi. Nelle prossime settimane saranno vendute e consumate 21,4mila tonnellate di cioccolato, equivalenti a più di 100 milioni di uova di Pasqua. A ciò vanno sommate le 3,5mila tonnellate del mercato virtuale. I siti di vendite alimentari on-line offrono anche cesti personalizzati, contenenti bottiglie di spumante, formaggi e colombe pasquali, oltre ovviamente alle uova. Di ogni marca (Bauducco, Kopenhagen e Garoto le più famose) e di ogni peso. Fatte con cioccolato al latte, amaro o bianco. Semplici, granulate o farcite di crema di cupuaçu e maracujá. Alle mandorle, ai marshmallow oppure light. Ne esiste un tipo con il bordo di cioccolato ripieno di cocco fresco e crema di ananas.
Da qualche anno, ha preso piede l'abitudine di inserire nell'uovo una sorpresa, elemento classico in Italia, ma non così comune in Brasile. Dove si preferiva lasciare l'uovo vuoto o riempirlo di dolcetti e altri ovetti, più piccoli. Insomma, anche in Brasile l'industria non lascia nulla al caso, soprattutto in occasione della Pasqua, festa sempre più profana e sempre meno religiosa, oggi maggiormente celebrata a tavola che sugli altari.
Dal testo di Carolina Virgilio su sito Musibrasil
Immagini: internet
L'autrice, ristoratrice e gastronoma brasiliana, conduce una omonima rubrica di dialogo con i lettori sul Forum Musibrasil
Per conoscere la Festa di Pasqua nel sud del Brasile visite il sito:
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